Eventi
"Domus": la mostra personale di Franco Accursio Gulino alla Chiesa dello Spasimo di Sciacca
Balarm
circa 3 anni fa
Entrare in una chiesa chiusa da sessant’anni e respirarne la storia: lo Spasimo a Sciacca è stato sede di una sezione della Corte di Assise di Agrigento, ha ospitato processi penali, e nel 1963 Pietro Germi vi girò la scena del processo di “Sedotta e abbandonata”.
È uno dei tredici, straordinari siti che hanno aperto le porte per il festival "Le Vie dei Tesori", in corso a Sciacca ancora per due weekend. E sempre nella chiesa dello Spasimo, Franco Accursio Gulino ha fatto nascere "Domus", una mostra personale che entra in stretto colloquio con le pareti scrostate, con gli affreschi scomparsi, l’altare e le cappelle che non esistono più.
La mostra, a cura di Laura Anello e Anthony Francesco Bentivegna, si inaugura sabato 9 ottobre alle ore 18.30 e permette di osservare diciassette opere tra installazioni site-specific e tele, poesie e una videoproiezione.
La clandestinità urbana, le transumanze, la memoria e il dialogo tra culture diverse sono i punti focali su cui poggia il pensiero artistico di Franco Accursio Gulino, artista che indaga sulle condizioni d’esistenza ai limiti della sopportazione: gli ultimi, i dimenticati, i non allineati, i ribelli.
"Domus" non è nata facilmente, Gulino cercava un sito adatto da tempo, con lo Spasimo si è creato un cortocircuito straordinario. "E’ l'ambiente che cercavo: dovevo rispettare la storia e la struttura architettonica della chiesa, ma nello stesso tempo non farmi fagocitare – ha spiegato l'artista - con questi angeli che mi hanno aiutato, siamo riusciti a ricucire una ferita della città."
"Abbiamo trovato - prosegue - una montagna di numeri civici, targhette in cementizio di due colori, è nata un’installazione per raccontare la perdita del senso dell'accoglienza: questi numeri segnano luoghi che non esistono".
È uno dei tredici, straordinari siti che hanno aperto le porte per il festival "Le Vie dei Tesori", in corso a Sciacca ancora per due weekend. E sempre nella chiesa dello Spasimo, Franco Accursio Gulino ha fatto nascere "Domus", una mostra personale che entra in stretto colloquio con le pareti scrostate, con gli affreschi scomparsi, l’altare e le cappelle che non esistono più.
La mostra, a cura di Laura Anello e Anthony Francesco Bentivegna, si inaugura sabato 9 ottobre alle ore 18.30 e permette di osservare diciassette opere tra installazioni site-specific e tele, poesie e una videoproiezione.
La clandestinità urbana, le transumanze, la memoria e il dialogo tra culture diverse sono i punti focali su cui poggia il pensiero artistico di Franco Accursio Gulino, artista che indaga sulle condizioni d’esistenza ai limiti della sopportazione: gli ultimi, i dimenticati, i non allineati, i ribelli.
"Domus" non è nata facilmente, Gulino cercava un sito adatto da tempo, con lo Spasimo si è creato un cortocircuito straordinario. "E’ l'ambiente che cercavo: dovevo rispettare la storia e la struttura architettonica della chiesa, ma nello stesso tempo non farmi fagocitare – ha spiegato l'artista - con questi angeli che mi hanno aiutato, siamo riusciti a ricucire una ferita della città."
"Abbiamo trovato - prosegue - una montagna di numeri civici, targhette in cementizio di due colori, è nata un’installazione per raccontare la perdita del senso dell'accoglienza: questi numeri segnano luoghi che non esistono".