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L'erotismo e l'ingenuità nelle opere di Max Ferrigno: le sue "CamGirl" al MEC museum

Balarm Icona orologio più di 2 anni fa
L'erotismo e l'ingenuità nelle opere di Max Ferrigno: le sue "CamGirl" al MEC museum
Cosplayer super sexy, ammiccanti Pin-up e provocanti Suicide Girls dai grandi occhi lucidi, raffigurate tutte in costume e per la maggior parte con tatuaggi in bella vista sul corpo e che – trovandosi all’interno del MEC Museum, lo spazio (in corso Vittorio Emanuele 452) che omaggia il mondo Apple – fanno riferimento all’iconografia del brand della mela (morsicata) più famosa al mondo.

CamGirl, la mostra di Max Ferrigno è dunque l’analisi di un fenomeno digitale e sociale che negli ultimi anni è dilagato sempre di più, creando giri d’affari enormi, fenomeno che è diventato oggetto di studio e d’indagine da parte dell’artista.

«Finora e durante questi primi dieci anni di carriera - spiega l'artista - la morfologia dei miei personaggi è sempre stata legata ai canoni Anime e manga, quindi anatomicamente per certi versi sproporzionati. In questo caso, per la prima volta sperimento la proporzione reale. Solo gli occhi rimangono un po’ legati al mio mondo, perché oltre alle cromature si può, secondo me, rivedere la mia estetica negli occhi».



Un universo "pop" trasognato e fantasioso che miscela il mondo del cinema a quello manga, la cultura europea a quella nipponica, l’erotismo all’ingenuità dei vecchi cartoni animati giapponesi e dove dodici sexy ragazze nerd-alternative dai corpi marchiati da tatuaggi, catturano con i loro grandi occhi lo spettatore.

Un mix tra realtà e fantasia dunque, essendo tutte le opere ispirate da ragazze reali e dal seguito di fans molto nutrito (dal milione di seguaci a salire) che l’artista ha analizzato, studiato e seguito da vicino.

L’ispirazione è venuta anche da opere di artisti viennesi: dalla celebre Nuda Veritas di Gustav Klimt, Ferrigno ripropone motivi floreali e geometrie essenziali nella sua Pink Candy (una delle due CamGirl italiane presenti e scelte per questa collezione e anche l’unica con cui ha fatto un lavoro di shooting ai fini della realizzazione dell’opera).

Mentre, sempre sulla scia dalla Secessione, l'iconografia della sua Sia Siberia è un chiaro omaggio a “Il peccato” di Franz Von Stuck.

«Ciascuna delle CamGirl - sottolinea la curatrice Miliza Rodic - interpreta un ben noto personaggio del mondo dei fumetti e delle vecchie serie televisive o B-moovies del genere horror e fantascientifico.

In questa esposizione, inoltre, l'artista per la prima volta dà ai suoi personaggi un’anatomia quasi reale, rispettando proporzioni umane, eccezion fatta per gli occhi, che richiamano immediatamente il mondo dei Manga.

Anche in questa mostra l'artista conferma la presenza importante dell'immagine femminile, che si espone attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, seguendone l'evoluzione riferita alle loro performances».

L'esposizione è stata fortemente voluta e ideata da Giuseppe Forello, architetto e imprenditore palermitano, nonché fondatore di MEC Museum.

«Sono davvero felice di ospitare e di investire nell’arte di Max Ferrigno - ha dichiarato - che oltre a essere un grande amico, è per me un grande artista. In passato abbiamo collaborato diverse volte ma questa qui al MEC è la prima in assoluto e non potrei essere più orgoglioso di inaugurare questo ciclo di mostre pittoriche con lui».

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