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L'eccezionale storia della Nave Punica di Marsala

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L'eccezionale storia della Nave Punica di Marsala
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Ricorre quest'anno il 50esimo anniversario del recupero della Nave Punica di Marsala, relitto unico al mondo e di straordinaria importanza archeologica. La nave, che si può ammirare al Museo archeologico regionale Lilibeo-Marsala, ha dietro una storia eccezionale che vede protagonisti una temeraria archeologa subacquea inglese e una storica cantina siciliana. Un grande esempio di passione e dedizione al significato più vero di Bene Comune. È questa la storia che vogliamo raccontarvi...

Da sinistra: Pietro Alagna, Presidente delle Cantine Pellegrino, Vito Bonanno, mastro carpentiere del porto di Marsala, l'archeologa Honor Frost e l'archeologa Rossella Giglio, attuale direttrice del Parco archeologico di Segesta

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Era il 1971, 50 anni fa, quando l'archeologa inglese Honor Frost, con il supporto della famiglia Pellegrino, proprietari della storica cantina siciliana, avviò le operazioni di recupero dal fondo del mare della Liburna bellica del 241 a.C., la Nave Punica di Marsala.
Grazie alla caparbietà della prima e alla generosità della seconda, un importantissimo reperto storico è stato recuperato e ristrutturato per essere esposto e ammirato da tutti.

La Nave Punica - ancora oggi unica nave da guerra mai recuperata - affondò il 10 marzo del 241 a.C., quando le flotte di Roma in una battaglia efferatissima ebbero la meglio sulle imbarcazioni puniche, costringendo di fatto i Fenici ad arrendersi.

Il relitto rimase sommerso per due millenni, sino a quando venne scoperto in circostanze fortuite dal comandante Diego Bonini tra le sabbie di Punta Scario, a nord dell'Isola Lunga dello Stagnone di Marsala, e successivamente recuperato da un gruppo di archeologi guidati da Honor Frost.

Honor Frost al lavoro per il posizionamento dei resti della Nave Punica appena recuperata

L'equipe impegnata in quest'opera - composta da quaranta esperti volontari, provenienti da tutto il mondo - non aveva finanziamenti sufficienti, così la Pellegrino, guidata dal suo Presidente, Pietro Alagna, che credeva fermamente nell'iniziativa, decise di dare un contributo economico, tecnico e logistico, offrendo ospitalità allo staff e mettendo a disposizione locali e strutture per la conservazione del legno in vasche di desalinizzazione.

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Un lavoro esemplare - sviluppato nell'arco temporale di 13 anni - che ha visto applicare le competenze enologiche della produzione vinicola al campo archeologico, mettendo in piedi un laboratorio definito dalla British School di Roma "uno dei centri più efficienti per il trattamento dei reperti di legno da vecchie navi che ci siano in Europa", tanto che a fine missione fu smontato e trasferito a Bodrum (Alicarnasso) per continuare il suo lavoro prendendosi cura di un'altra nave.

Per la ricostruzione ed esposizione della nave, si decise di destinare il Baglio Anselmi, situato nella punta del promontorio Boeo di Marsala, a Museo della Nave Punica. Qui il Presidente delle Cantine Pellegrino si assunse personalmente l'onere di comprare un deumidificatore industriale York che venne installato in questo ambiente per proteggere la nave.

La prima esposizione dei resti della Nave Punica nel Museo di Baglio Anselmi

Il supporto dato dalla famiglia Pellegrino all'archeologa, diventata poi cittadina onoraria di Marsala, fu così importante che alla fine dell'opera di restauro Miss Frost, in segno di gratitudine e a coronamento di un'amicizia reciproca ormai profonda, donò alle Cantine i calchi in gesso della nave, provvedendo lei stessa alla loro disposizione all'interno della struttura.

I calchi in gesso dei resti della Nave Punica, conservati in una delle sale del Museo delle Cantine Pellegrino

A tutt'oggi, questi calchi rivestono un elevato interesse scientifico, in quanto conservano alla perfezione forma, colori e iscrizioni riportate sui legni una volta estratti dall'acqua del mare. Proprio in tempi recenti un team di esperti in architettura e archeologia navale è stato accolto nelle Cantine Pellegrino per effettuare il rilievo digitale con uno scanner laser dei calchi in gesso e realizzarne modelli 3D per lo studio, la divulgazione e valorizzazione dello storico reperto.

Honor Frost e Pietro Alagna

Il Presidente delle Cantine Pellegrino, per il grande supporto fornito nell'opera di recupero della Nave Punica, venne insignito dalla Regina d'Inghilterra del titolo di Membro Onorario dell'Ordine del British Empire. Mezzo secolo dopo, lo stesso Alagna descrive l'impresa come "la più grande avventura della mia vita", mentre i discendenti delle Cantine sono ancora impegnati in prima linea nella difesa e valorizzazione della Nave Punica di Marsala, contribuendo alle sue opere di restauro.

Miss Honor, Marsala Superiore Riserva Ambra Dolce 2012 Pellegrino

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Nell'ambito delle celebrazioni per questo cinquantesimo anniversario, le Cantine Pellegrino, in segno di affetto e riconoscimento nei confronti di Honor Frost, avevano già dedicato quest'anno all'archeologa una bottiglia di marsala, vino da lei amato particolarmente. Si tratta di un Marsala Superiore Riserva Ambra Dolce 2012 di eccezionale qualità, mai vinificato prima, denominato proprio Miss Honor. 

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